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Chi siamo

Il Cassero LGBTQIA+ Center, comitato provinciale Arcigay di Bologna, è un circolo politico che si batte, da oltre 40 anni, per il riconoscimento dei diritti delle persone LGBTQIA+.

Il nostro è uno spazio culturale che progetta e realizza rassegne artistiche e attività di aggregazione sociale e di intrattenimento. Un laboratorio attivo nello sviluppo di servizi dedicati al benessere e alla tutela della comunità LGBTQIA+.

Quella del Cassero è una lunga storia, fatta di lotta, amore, rappresentazione e cura. Dalla presa di Porta Saragozza del Circolo di cultura omosessuale 28 giugno, nel 1982, abbiamo davvero fatto tanta strada.

Dal 2002 abbiamo una nuova sede - la Salara, in Via Don Minzoni 18 - ma nessunə di noi ha dimenticato il percorso che ci ha portatə qui.
Ricordiamo bene le 10.000 persone che erano con noi al primo Bologna Pride, nel lontano '95.

Per questo dal 2013 al 2020 siamo tra le realtà promotrici del comitato Bologna Pride e dal 2021 contribuiamo attivamente al Rivolta Pride insieme alle altre associazioni LGBT cittadine.

È un’occasione di massima visibilità per la comunità e di grande coinvolgimento per cittadine e cittadini a supporto della lotta per l’uguaglianza e per i diritti umani. Uno spazio politico in cui riconoscersi, sentirsi rappresentatз, innamorarsi e manifestare insieme.
Per questo ogni anno ci impegniamo ad arricchire il nostro Pride con nuove idee, iniziative e spunti: vogliamo che sia memorabile e - soprattutto - sempre più accessibile, accogliente e sicuro.

LA STORIA

Anni 80

La nostra storia inizia sullo sfondo dei moti studenteschi del ‘77, quando i movimenti di liberazione omosessuale cominciano a spogliare l’omosessualità delle etichette forzatamente imposte di vizio elitario, sensibilità e artisticità a tutti i costi.

Nello stesso anno nasce il Collettivo Frocialista, promosso da Samuel Pinto alias Lola Punales, che si riunisce e opera all’interno di uno spazio offerto dalla sezione socialista Treves.

Nel '78 il Collettivo si trasforma nel Circolo di cultura omosessuale 28 giugno, nome ambitissimo per il suo valore fondativo.

Nel '79 i militanti degli incontri al Treves disertano: nasce l’esigenza di creare un luogo sicuro e accogliente per la comunità.

Nel 1982 Sandra Soster, all’epoca assessora alla cultura, concede un finanziamento a "L'immagine negata", rassegna cinematografica organizzata al Cineclub L’Angelo Azzurro, che si rivela un utile strumento per la riscoperta di numerose pellicole che dagli albori del cinema avevano trattato l’argomento omosessuale.

Nello stesso anno viene approvata la legge 164 che consente alle persone transessuali di veder riconosciuto il proprio genere elettivo. A causa di una svista viene approvato anche il piano di assegnazione delle sedi comunali in favore di diverse associazioni: tra queste, il Circolo.

In questi mesi inizia così il conflitto sullo spazio di Porta Saragozza e sul valore che ha per le persone credenti: la targa in onore della Madonna di San Luca viene scoperta il 7 aprile dello stesso anno, è prevista anche la visita del Papa.

A supporto del Circolo viene presentato un Manifesto firmato da circa 2000 persone, tra cui tutta l'intellighenzia bolognese. L’appello raggiunge le 10000 firme: viene annunciato un gay pride per il 26 giugno. La parata si apre con lo striscione ironico "l’è mei un fiol leder che un fiol buson!".

Come ci viene raccontato in "Ha più diritti Sodoma di Marx?" [B. Ramina, a cura di, “Ha più diritti Sodoma di Marx?”, Centro di documentazione IL CASSERO, Bologna, 1994], il 28 giugno 1982 il Circolo la spunta e prende il Cassero.

Ramina, nella sua ricostruzione, ammette che senza l’appoggio della città, delle donne, dellə intellettuali e dei media, difficilmente avrebbero ottenuto quella vittoria.

Il 1983 è l’anno dell’arrivo dell’AIDS in Italia, con i primi casi rilevati sul territorio durante l’estate, stagione in cui la ricerca Demoskopea sulla percezione dell’omosessualità riceve parecchia risonanza.

Nell’aprile del 1985 nasce ArciGay, il cui primo congresso si tiene a Bologna nei giorni 15, 16 e 17 dicembre, con oltre 5000 tesserati. Il Circolo vi aderisce prendendo il nome di Circolo Arcigay Il Cassero. La visibilità del movimento aumenta grazie alla candidatura alle elezioni di alcuni esponenti, Ramina in primis.

Il 1986 si apre nel peggiore dei modi: il 26 gennaio alcuni poliziotti fanno irruzione al noto locale gay Steps e lo chiudono. La notizia ha notevole risonanza sui giornali e gli agenti vengono poi accusati e processati per abuso della loro posizione.

Dal 7 al 17 febbraio dello stesso anno, viene organizzato Un amore come gli altri, primo festival di cinema omosessuale al Lumiere di Bologna. A ottobre viene inaugurata D'Art Room, iniziativa culturale e artistica organizzata al Cassero.

Non sembra placarsi la preoccupazione per la diffusione dell’AIDS: nello stesso anno viene lanciata la prima campagna comunale contro la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita.

Tra novembre e dicembre del 1987 iniziano i primi tentativi di fare pressione sulla politica per vedere riconosciuti i propri diritti matrimoniali.

Nell'Aprile del 1988 viene annunciata l’approvazione da parte della giunta della deposizione di una lapide di marmo rosa, per l’anno seguente, in onore delle persone LGBT vittime del nazi-fascismo.

Anni 90

Negli anni Novanta il Cassero inizia un’opera di sensibilizzazione sulla tematica dell’Aids contrastando le istituzioni politiche che invece tendono a impedirne una prevenzione efficace.

Nel 1990 il circolo implementa l’azione di supporto informativo sulla prevenzione della diffusione dell’AIDS con l’esperienza del “camper dei valori”.

Il 20 Aprile 1990, su proposta del Cassero, l’amministrazione comunale inaugura il primo monumento in ricordo delle vittime omosessuali del nazifascismo, presso il quale, ogni 25 aprile, si celebra una commemorazione alla presenza delle autorità. Dal 2002 questo appuntamento rientrerà nell’ambito delle celebrazioni ufficiali.

Il 17 maggio del 1990 viene annunciata la derubricazione dal DMS dell’omosessualità come malattia.

Il 28 Giugno dello stesso anno, nella giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQIA+, viene organizzata presso il Cassero la rassegna Condom Club che ha come scopo quello di contrastare le inesistenti politiche di sensibilizzazione sull’AIDS tramite serate di spettacoli teatrali, sketch comici e danzanti. Il circolo si trova sotto accusa per l’affissione di un’insegna con la parola condom.

Nel 1991 viene promosso e organizzato il Blowing Bubbles, un concorso per cortometraggi legati alle tematiche dell’HIV e dell’AIDS curato da Daniele Del Pozzo, “ingegnere culturale” del Cassero. Il concorso nasce dall’idea di dare “espressione e visibilità ai dubbi, alla speranza, al dolore e alla solidarietà vissuti dalle persone negli anni dell’AIDS”.

Nel 1992 nasce il telefono amico gay – un canale di supporto e informazione alla comunità LGBTQIA+. Dal ’93 al ’98 la presidenza del Cassero è nelle mani di Sergio Lo Giudice, che riprende la relazione con la città in maniera molto forte e molto più politica.

Nel 1993, per mano di Stefano Casagrande, detto La Cesarina, nasce The Italian Miss Alternative, un concorso di bellezza che ha come obiettivo quello di raccogliere fondi per LILA (Lega Italiana Lotta AIDS), IDA (Iniziativa Donne AIDS), MIT (Movimento Identità Transessuale) e per il progetto Cassero Salute, tutte associazioni che si occupano della lotta all’AIDS.

Per la sua organizzazione si attivano 40 volontari della Maison du Casserau, laboratorio di couture nato sull’esempio delle analoghe esperienze anglosassoni, che confeziona abiti fantasmagorici con stoffe e materiali di recupero. Dal 1994 la manifestazione si tiene ogni estate presso un diverso spazio della città.

Gli anni Novanta sono anche gli anni dei primi pride: dopo la prima sfilata nazionale avvenuta a Roma nell’anno precedente, il 2 Luglio 1995 si tiene il primo pride nazionale a Bologna.

Insieme al sindaco della città Walter Vitali e al vicepresidente del Parlamento europeo Renzo Imbeni, entrambi favorevoli al riconoscimento di diritti delle coppie omosessuali, scendono in piazza diecimila persone.

Grazie a Miss Alternative, nel 1995 nasce il Gasp! (Gay contro l’Aids per la Salute e per la Prevenzione), fondamentale nel rendere concreto il dialogo aperto di conoscenza, scambio, cooperazione e collaborazione con altre associazioni.

Nello stesso anno nasce la LUO – Libera Università Omosessuale, un laboratorio in grado di creare un dialogo aperto con la cittadinanza sul concetto di cultura ed identità gay e lesbica. L’obiettivo è di promuovere il confronto culturale attraverso la proposta di programmi di studio e ricerca dedicati alle differenze di orientamento sessuale.

Nel gennaio del 1999 Bologna fa da apripista a una formula nuova, quella del riconoscimento anagrafico delle “famiglie affettive”, mentre in Francia vengono approvati i PACS.

Anni 00

Nel 2000 si svolge a Roma il World Pride, in concomitanza con il Giubileo. Questo rappresenta, ad oggi, il picco più alto della visibilità del movimento LGBTQIA+ italiano.

Il Cassero annuncia la partenza per il World Pride e ironizza contro coloro che vogliono lo sfratto dalla sede storica di Porta Saragozza da vent’anni: “Il Cassero chiude ma solo per un giorno”.

In coda dietro il carro allegorico che fa da testa d’ariete del corteo, vi è una macchina cabriolet della Maison du Casserau dove salgono a turno le modelle di Miss Alternative. Tocco finale, la musica della banda Roncati.

“Non andiamo a Roma contro qualcuno” dice Samuele Cavadini – presidente del circolo gay bolognese –  “non ce l’ abbiamo con la Chiesa. Il nostro Pride è il piacere di mostrarci come siamo in un giorno di festa. Per tutti noi è un appuntamento importante e credo che nessuno abbia qualcosa da obiettare, visto che nella nostra città abbiamo permesso manifestazioni come quelle di Forza Nuova, con simboli e slogan agghiaccianti. [...] Lo ripeto: la nostra unica provocazione è la chiusura del Cassero. Per il resto è una festa”.

Il 30 novembre del 2001 muore Stefano Casagrande, La Cesarina. Sono gli anni della vittoria della Destra alle elezioni cittadine e dell’elezione di Guazzaloca.

Il 2 marzo del 2002 Il Cassero firma una convenzione con il Comune di Bologna ricevendo la Salara - in Via Don Minzoni, 18 - attuale sede del circolo all’interno della Manifattura delle Arti.

Questo luogo è da sempre crocevia di esperienze, come quella della Cineteca e del Mambo - il Museo d’Arte Moderna della città - e quella dei Dipartimenti di Musica e Spettacolo e di Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna.

Nello stesso anno nasce il Progetto Scuola Cassero che ha l’obiettivo principale di portare all’interno delle scuola l’educazione al genere e all’identità.

Nel 2003 il Cassero promuove la nascita di HIVoice, un gruppo di conforto aperto a tutti per promuovere una maggiore consapevolezza sulle tematiche HIV/AIDS.

Nello stesso anno nasce Gender Bender, festival internazionale prodotto dal Cassero e diretto da Daniele Del pozzo. L’evento presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.

Il 2006 è l’anno del pride regionale dell’Emilia-Romagna: durante la parata viene annunciata l’apertura di un ufficio dedicato alle persone LGBTQIA+ all’interno dello sportello comunale per le politiche delle differenze.

L’8 maggio del 2008 si ha il primo convegno sul tema della discriminazione delle persone sieropositive - organizzato da Sara De Giovanni e Vincenzo Branà - sia dal punto di vista socio-economico sia da quello affettivo e sessuale, attraverso il contributo diretto delle associazioni di lotta contro l’AIDS e di persone sieropositive.

Il convegno è anticipato dal lancio della campagna prodotta da Arcigay ‘Il Cassero’, in concomitanza con il Bologna Pride, “HIV+: se discrimini perdi gli aspetti positivi”.

Per la prima volta arriva in Italia una campagna di comunicazione che si concentra sul tema della discriminazione delle persone sieropositive, molto diversa dalle campagne consolidate di informazione e prevenzione.

Il 2008 è anche l’anno del Pride nazionale a Bologna: la manifestazione torna in città il 9 Giugno 2012, anno in cui Virginio Merola inaugura il “Giardino Stefano Casagrande”.

Oggi

Continua il processo di consolidamento delle attività e delle progettualità del Cassero, di ampliamento delle reti intessute con realtà esterne e di impegno politico, portato in piazza poi anche al Bologna Pride 2019, dedicato al cinquantenario dei moti di Stonewall.

Arrivano nuove esperienze di programmazione anche all’interno del circolo: questo è il caso di S/Definizioni, serie di appuntamenti tematici a scopo informativo e formativo in cui si approfondiscono argomenti generalmente poco trattati o trattati male - come il linguaggio inclusivo e non binario e la body positivity - con personalità del mondo accademico, associativo e transfemminista.

Il laboratorio politico dell’associazione, intanto, lavora sui temi della Legge regionale contro le discriminazioni legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale con l’obiettivo di supportare e promuovere la sua approvazione.

Il 2019 è anche l’anno di Lobbies, il primo gioco da tavolo scritto e prodotto dalla Gilda - gruppo ludico del Cassero - grazie a una campagna di crowdfunding sul web, di Haus of Cassero, laboratorio di esplorazione identitaria attraverso attività creative e di sartoria.

Il 2020 è un anno di sfide e riadattamenti continui per il circolo, con una serie di cambiamenti obbligati per via della pandemia. È un fenomeno che mette a dura prova la tenuta della realtà complessa e stratificata del Cassero, entità miscellanea in cui si uniscono lavoro e volontariato, erogazione di servizi e azione politica.

Tra gli strumenti adottati per reagire alla situazione pandemica ci sono le Task Frocie, tavoli di lavoro che permettono la messa in campo di risorse progettuali su svariati livelli. Uno degli obiettivi raggiunti dalle Task è la campagna di crowdfunding Dona un futuro al Cassero, raccolta fondi che ha visto la comunità e la cittadinanza rispondere con grande affetto ed entusiasmo.

Nonostante le difficoltà, anche sul piano del benessere fisico e sociopsicologico arrivano delle novità: vengono realizzati dei percorsi di formazione interna riguardo alle IST (infezioni sessualmente trasmissibili) e alle nuove terapie antiretrovirali, con un focus sul concetto di TASP - Terapia come prevenzione e sul messaggio rivoluzionario di U=U.

Il primo dicembre, in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, viene realizzata la campagna di sensibilizzazione online “U=U: l’HIV HA CAMBIATO FACCIA”, con l’obiettivo di abbattere il muro di pregiudizi e di omertà che è stato costruito attorno all’AIDS.

Il 2021, sotto il profilo dell’attività politica, è un anno che vede il circolo molto attivo sul piano delle reti cittadine e nazionali a causa del dibattito legato al ddl Zan e in virtù delle elezioni amministrative.

Il dibattito relativo alla legge contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e l’identità di genere, poi stralciata, ha visto il Cassero protagonista del movimento Molto più di Zan, che ha portato all’organizzazione del Rivolta Pride di Bologna e del primo appuntamento degli Stati Genderali LGBTQIA+ & Disability, processo di elaborazione del movimento LGBTI+ nazionale, svoltosi a Roma a dicembre.

Nel 2022 l’associazione si affaccia alla soglia dei quarant’anni, un traguardo inimmaginabile all’inizio della sua storia.

Le iniziative che celebrano il compleanno sono numerose, da Cassero40, ciclo di incontri dedicati alle esperienze e alle pratiche casserine come Miss Alternative, al numero zero della nuova collana cartacea de La Falla, Clamorosə, dal titolo Cassero: 40 anni di rumore.Quest’anno vede il Cassero puntare sul potenziamento dei suoi servizi alla persona attraverso il progetto Spazio LGBTI+ Cassero, centro contro le discriminazioni legate all'orientamento e al genere, progettato insieme alla cooperativa Piazza Grande e ad altri soggetti istituzionali ed Enti del Terzo Settore e finanziato da UNAR.

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