Spazi plurali, città plurale
La discussione pubblica di questi giorni attorno all’occupazione del collettivo Banca Rotta e degli spazi di Via Fioravanti 12 e il suo conseguente sgombero, nonostante l’avvio di un tavolo di confronto, ha fatto riemergere pubblicamente alcune questioni generali e di lungo periodo: da una parte il bisogno di spazi che hanno gruppi, collettivi, comitati e associazioni dove portare attività e proposte anche in maniera informale e autorganizzata, dall’altra la necessità di garantire processi equi, legali, trasparenti e accessibili per l’assegnazione degli spazi pubblici. Temi importanti per cui è fondamentale trovare una risposta quanto più condivisa e riconosciuta sia da parte della società civile sia delle istituzioni locali.
Il tema della gestione degli spazi sociali, incluse le occupazioni di beni inutilizzati o abbandonati, merita un dibattito approfondito e articolato che le associazioni promotrici di questo documento vogliono stimolare ponendo alcune domande, anche con l’obiettivo di provare a rimarginare le ferite aperte dagli sgomberi di spazi sociali e politici avvenuti negli anni.
Condividiamo con altre realtà cittadine e forze politiche che è interesse della città di Bologna assicurare la presenza di una pluralità di spazi di aggregazione, creatività ed elaborazione politica. Una pluralità che non intendiamo solo come il numero delle realtà attive nel contesto urbano, ma anche come l’eterogeneità delle pratiche politiche, delle modalità di gestione e delle finalità di utilizzo degli spazi. Garantire questo è complesso: ci chiediamo quindi quali siano le modalità e i processi per farlo. In che modo, l’amministrazione intende riconoscere bisogni ed esigenze sociali che emergono anche in maniera informale e non istituzionale? Sappiamo bene che proprio in questi mesi è in corso un processo di coinvolgimento e ascolto del terzo settore sui nuovi strumenti e modalità di collaborazione tra l’amministrazione e le varie realtà della Città: questo percorso intende farsi carico anche delle istanze di quelle soggettività informali e autorganizzate dal basso che già da anni portano diversità e quindi pluralismo e ricchezza a Bologna?
Partendo dalla constatazione che gestire uno spazio permette di potersi connettere con le istanze e i bisogni delle persone che lo attraversano, ci chiediamo: quali sono le richieste che un’amministrazione può legittimamente porre a chi si candida a gestire gli spazi in città, senza mettere in difficoltà a livello burocratico e finanziario realtà informali o appena nate?
Il bando non è l’unica modalità di assegnazione degli spazi in città (esistono convenzioni, patti di collaborazione ecc.), quindi ci chiediamo quali siano le linee politiche e le regole che portano un’amministrazione a decidere che alcuni spazi debbano essere assegnati tramite bando, mentre altri no. Esistono altri strumenti, mutuati da altre città ed esperienze, che possano garantire il giusto grado di flessibilità in risposta a esigenze di spazi e comunità che mutano nel tempo? E parallelamente, quali sono le regole di base condivise che chi gestisce spazi deve garantire?
Per affrontare queste domande serve confrontarsi con apertura e volontà all’ascolto. Come gruppo di associazioni, quindi, lanciamo la proposta di un momento di riflessione e dibattito pubblico in cui affrontare questi temi, nella consapevolezza che le soluzioni possano essere tante e che fuori da Bologna modalità innovative, da approfondire anche negli aspetti critici, sono state sperimentate: pensiamo alla gestione dei beni comuni a Napoli sotto l’amministrazione di Luigi De Magistris o a Barcellona con il percorso avviato da Barcelona en Comu.
La gestione dello spazio pubblico e la conseguente possibilità di dare risposte ai diversi bisogni e alle diverse istanze sociali e politiche presenti in città è una priorità che vogliamo affrontare insieme come comunità
Associazioni promotrici:
Libera Bologna
Salvaiciclisti Bologna
Period Think Tank Aps
Pensare Urbano
Cassero LGBTI+ Center
Cinnica
Amici di Piazza Grande
Legambiente Bologna
SI PUO’ ADERIRE SCRIVENDO A: organizzazione@liberabologna.it